Fortemente desiderato dalla Curia Vescovile di San Marino-Montefeltro e dall'Amministrazione Comunale di San Leo, il Museo d'Arte Sacra si è costituito nel 1996 nel Palazzo Mediceo.
L'originaria raccolta comprende una serie di opere appartenenti al territorio leontino, per lo più provenienti da edifici di culto che per varie ragioni non ne consentono più la conservazione (in realtà, quasi tutte sono state distolte dai complessi d'appartenenza già da parecchi anni).
Si tratta di opere concernenti l'Arte Sacra, destinate agli altari a alle stanze dei conventi, spesso legate ad eventi particolari; tutte, comunque, profondamente connaturate ai luoghi di provenienza, così che il Museo vuole ambiziosamente, proporsi come specchio del territorio e immagine della storia e dei luoghi, della città e del suo contado.
La rilevanza storico-religiosa delle opere esposte nel museo determina il percorso espositivo che segue una successione cronologica. Dall'VIII al XVIII secolo, come in un piccolo manuale, la storia dell'arte si dipana via via nelle sale ad episodi che si leggono in maniera sinottica alla vista dei monumenti della città, che si apre dalle finestre del Palazzo Mediceo.
Il percorso segue l'impianto tipologico del piano nobile del Palazzo Mediceo, articolato in quattro grandi sale ai lati di un andito. L'andito è stato adibito a Lapidario e vi sono esposti frammenti scultorei scalati fra i termini cronologici dell'VIII-XIII secolo.
Le quattro sale raccolgono in prevalenza dipinti, sculture lignee ed arredi dal XIV al XVIII secolo, allestiti cercando di rispettarne le originarie collocazioni.
A fianco delle sale vi è poi un grande ambiente adibito a deposito visitabile, in cui sono ricoverate le opere bisognose di restauro ed alcune altre di minor pregio ed interesse. Dal deposito si accede al cosiddetto corridoio delle finestre, un ambiente singolare da cui si gode una visione unica della Pieve e della Cattedrale; questo ambiente verrà utilizzato per piccole mostre e provvisto di un angolo destinato alla riflessione (ove sarà possibile reperire materiali che permettano di approfondire tutti gli argomenti trattati nel Museo).
L'allestimento architettonico del Museo, che è stato mediato e pensato nei minimi particolari sulle caratteristiche delle opere esposte, è improntato al principio che le stesse siano pienamente valorizzate e comprensibili non soltanto nei caratteri estetici quanto nella loro primitiva funzione e destinazione.
Tutta una serie di accorgimenti allude, infatti, allo stato originario dei manufatti: risalta fra tutti la collocazione dei paliotti in scagliola sormontati dalle pale d'altare, come era in origine nelle chiese da cui provengono.
Palazzo Mediceo
Edificato tra il 1517 e 1523, per ospitare il Governatore di San Leo e del Montefeltro per conto della Repubblica Fiorentina.
Le truppe fiorentine guidate da Antonio Ricasoli conquistarono San Leo nel Maggio 1517, in una storica impresa guerresca celebrata dal Vasari in un affresco in Palazzo Vecchio a Firenze.
L'edificio si presenta al visitatore come un fondale scenografico da cui si dipana la piazza principale.
Ubicato tra Pieve e Duomo, il Palazzo presenta un impianto tipicamente rinascimentale, organizzato intorno alle stanze di rappresentanza del piano terreno, pur mancando la caratteristica corte centrale tipica delle residenze fiorentine. I restauri, terminati nel 1995, hanno riportato l'edificio alle dimensioni originarie.
Eleganti cornicioni in pietra modanata sono gli elementi che impreziosiscono la facciata; il portale a tutto sesto è contornato da una ghiera in bugnato liscio secondo l'uso toscano; le finestre sono incorniciate da profili mistilinei in arenaria locale.
Lo stemma della Città di Firenze, con il Giglio, è scolpito in una pietra che reca la data 1521; in facciata è collocato, inoltre, lo stemma di Papa Giulio II della Rovere (all'esterno è visibile una copia dell'originale, oggi nella sala del teatro).
I della Rovere, tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, ampliarono il Palazzo aggiungendo la sala del teatro, la quale presenta una copertura a volta impostata su peducci con l'emblema parlante della famiglia ligure (il caratteristico rovere dai rami intrecciati); in origine essa era arredata da una gradinata lignea, da sipari mobili e macchine sceniche.
In seguito alla devoluzione del territorio del Montefeltro alla Stato Pontificio, anche questo palazzo divenne di proprietà della Chiesa.
Nel 1948 fu ulteriormente ampliato con l'innalzamento di un piano ricreando, quindi, l'armonia visiva che era stata probabilmente alterata dal rimaneggiamento seicentesco.
Fonte: www.comune.san-leo.ps.it